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È possibile "processare" il paesaggio? Partendo da questo interrogativo, il volume esplora l'attuale concezione socio-culturale del paesaggio, focalizzando la propria attenzione sulla percezione ambientale e sulle sue basi oggettive. Ancorato alla convinzione che per conoscere adeguatamente il paesaggio sia necessario ricorrere ad approcci e tecniche quantitative, il volume sviluppa un percorso di analisi e di ricerca, arrivando a proporre un modo innovato di rapportarsi ai luoghi urbani, basato sul riconoscimento dei caratteri intrinseci della città e degli elementi effettivamente determinanti per il suo funzionamento. La città viene interpretata come un'entità unitaria e allo stesso tempo duale - in quanto composta da spazio privato, tenuto insieme da spazi pubblici, e da persone, tenute insieme dal sistema delle loro relazioni - che può essere analizzata e compresa grazie all'approccio topologico-quantitativo cosiddetto configurazionale, secondo l'idea che la struttura relazionale degli spazi urbani costituisca il punto di connessione tra la dimensione fisica e la dimensione sociale degli insediamenti umani. Il risultato è l'apertura una traccia verso l'utilizzo di metodologie e strumenti quantitativi per lo studiò del paesaggio in termini diretti, superando le criticità del ricorso a componenti soggettive. Grazie all'implementazione di diversi casi di studio in altrettanti domini propri del paesaggio, la visione proposta si sostanzia e acquisisce robustezza, sollecitando trasversalmente la ricerca sul paesaggio a una riflessione sui propri orizzonti, offrendo a pianificatori e specialisti della città un supporto professionale e, soprattutto, evidenziando che il paesaggio non è una componente specialistica, ma una matrice comune che deve guidare il pensiero e l'azione di tutti gli attori del territorio.